lo spazio del dubbio

Ciao! Scusate l’assenza ma sono stata in vacanza a Ottobre a staccare la spina e raccogliere idee anche per nuove storie che usciranno a breve. (E a Novembre??? Mi é venuta la depressione invernale! ;))

Nel frattempo vorrei parlare dello spazio del dubbio. Cioé quello spazio che si crea prima piccolo come una crepa e poi cresce. Si prende tutto quello che puó. Arriva col silenzio. Quando l’altro tace. Nel non detto, nell’incomunicabilità. Insomma quando l’altro non risponde tu cominci a farti domande e ti fai divorare dalle teorie negatie, dai costrutti che impili come quel gioco dei legnetti e poi ti crollano in testa. Ma QUANDO -é la domanda- é legittimo dubitare, sospettare, congetturare? dubbio-scimmia

Ancora una volta mi trovo a riflettere su questioni di misura… Allora lui non risponde al tuo ultimo whatsup (che tanto per ricordarlo é messaggeria istantanea, dunque se anche uno ci mette 1/2 giornata relativamente a un istante é un sacco di tempo no???) percio in quel momento parte la lista delle risposte a scelte multipla tipo quiz del milionario… Chiaro che col senno di poi cioé se un mese dopo ancora nn lo senti direi che la risposta é chiara (si e rifatto una vita chiaramente ed e diventato un hippy trasferendosi a phi phi island a fare collanine) però intanto che fai nello spazio del dubbio? Ti giri i pollici? Vedete perché io sono un soggetto che sta in pace in relazione? Perché si suppone che con quella persona li ci parli e basta, hai una domanda? Gliela fai. La comunicazione fluisce chiara come l’acqua potabile di Zurigo. E poi che villanità lasciare un altro senza risposta…